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nr.93
02 Dicembre 2021

3 minuti di tempo

Novità dal mondo Twitter!

Negli ultimi giorni il fondatore della piattaforma, Jack Dorsey, ha annunciato a sorpresa le sue dimissioni da CEO della società Twitter.
È stato suo il primo “cinguettìo” online al mondo, nel lontano 2006, e ora, 15 anni dopo, la fatidica scelta!

L’annuncio è stato trasmesso tramite e-mail ai dipendenti, poi condiviso in un tweet. Uno dei motivi dell’addio a Twitter da parte di Dorsay sarebbe stata proprio la difficoltà a guidare la società da lui stesso fondata. Se per molti questo potrebbe rappresentare un punto di forza, per lui era diventato un fattore limitante.

La decisione dell’ormai ex CEO è stata presa anche e soprattutto per la piena fiducia nel suo successore, Parag Agrawal, precedentemente CTO della stessa Twitter.

Tra gli obiettivi del nuovo AD c’è quello di trasformare Twitter in una piattaforma libera. Agrawal mira a raggiungere i 315 milioni di utenti attivi al giorno entro il 2023 e raddoppiare i ricavi entro lo stesso anno.

Ma quali sono state le conseguenze delle dimissioni di Dorsey?
Già dopo poche ore dall’annuncio, il titolo in borsa di Twitter ha registrato un rendimento in rosso, recuperando poi con un’impennata del 12%.
Chissà cosa ci riserverà il futuro del social cinguettante!

Ecco alcuni numeri da Pew Research sul social Twitter:
Secondo una recente ricerca, tra tutti gli account di Twitter, solo il 25% (rappresentato da 210 milioni di utenti giornalieri) genera oltre il 95% dei tweet totali. A conferma che in realtà il social presenta un numero elevato di iscritti non attivi.

La ricerca ha poi evidenziato che, sempre tra i 25% di utenti che generano contenuti su Twitter, solo il 14% è caratterizzato da tweet originali e il restante 86% è costituito da retweet (49%) o da risposte ad altri tweet (33%).
Questo conferma che Twitter è uno strumento principalmente legato alla diffusione di notizie, molto efficace nel creare coinvolgimento attorno alle news.

Flop degli acquisti online: Il Black Friday ha stancato?

Arrivano i primi dati relativi al weekend degli sconti più atteso di sempre.

Per la prima volta dopo 5 anni, la spesa online per il Black Friday è calata: il 2021 non è quindi riuscito a eguagliare i record stabiliti l’anno scorso. Tra i motivi principali ci sono il ritorno ai negozi fisici, ma soprattutto il maggior tempo di durata delle promozioni. In generale, il comportamento dei consumatori è cambiato, dividendo gli acquisti tra i giorni precedenti al fatidico venerdì nero.

Il resoconto negativo delle promozioni di novembre ha osservato, infatti, vendite inferiori del 5% rispetto al 2019 e addirittura del 20% rispetto al 2020, mentre è aumentato il traffico nei punti vendita fisici del 47,5% rispetto all’anno scorso.

Anche il Cyber Monday ha deluso le aspettative.

Per la prima volta, dal 2012, le vendite online durante il giorno degli sconti tecnologici hanno registrato un calo dell’1,4%. Anche in questo caso i consumatori hanno approfittato delle prime offerte di metà ottobre, non aspettando gli sconti dei grandi giorni di shopping sfrenato.