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nr.130
15 Giugno 2023

2 minuti di tempo

Amadori si rinnova

La storica azienda dell'agroalimentare dopo oltre vent'anni ha rinnovato il proprio logo

Fondata nel 1969, Amadori è riconosciuta dal grande pubblico per i suoi prodotti di origine avicola, da tempo però sta diversificando la propria proposta inserendo linee a base di altre proteine come quelle vegetali.

D’altra parte l’innovazione è da sempre una delle caratteristiche che l’azienda ha cercato di legare al proprio brand insieme a valori quali passione, trasparenza, qualità e familiarità.

Il logo rinnovato ha il compito di rappresentare Amadori nel futuro, manifestando la volontà di ampliare la propria gamma di prodotti, dando allo stesso tempo continuità con il passato e mantenendo il sistema di valori di marca. Vediamo come è stato realizzato tutto questo.

Il nuovo simbolo perde il payoff “passione di famiglia” e gli elementi grafici che facevano da sfondo e che circondavano la scritta Amadori che, nella nuova versione, mantiene font e colori in continuità con il passato e l’identità originaria.

La scelta di eliminare questi elementi è stata presa per rendere il logo aperto e libero concretizzando l’ambizione di superare quei confini di offerta che hanno caratterizzato il catalogo prodotti dell’azienda.

Il verde utilizzato mira a richiamare qualità, naturalità e freschezza e, a un livello più profondo, serenità e speranza. Un dettaglio che spicca è il puntino sulla ‘i’, caratterizzato dal colore rosso e dalla forma lievemente ovoidale posta orizzontalmente a richiamare la filiera integrata.

Il nuovo logo è quindi parte di un grande progetto strategico e comunicativo che mira a posizionare Amadori come un’azienda di riferimento per le proteine di qualità bianche, rosa e verdi.

Attraverso un post sul blog, Adam Mosseri, l’Head of Instagram, ha spiegato che ogni sezione del social network è governata da un algoritmo dedicato che funziona in maniera diversificata rispetto agli altri.
Ciò significa che le sezioni Feed, Reel, Esplora, Storie e Cerca propongono contenuti seguendo regole e pesi diversi. Ad esempio il singolo algoritmo tiene in considerazione le attività e le interazioni compiute all’interno della sezione corrispondente. Conoscere queste informazioni permette di valutare maggiormente nelle proprie strategie e nella produzione di contenuti determinate caratteristiche rispetto ad altre in un’ottica di miglioramento.

Recensioni false

Le recensioni online sono diventate un fattore determinante per ottenere la fiducia di nuovi clienti facendo leva su quell’effetto positivo dato dalla riprova sociale.

Gli utenti infatti ritengono credibile e meritevole l’opinione di altre persone che, seppur estranee, hanno provato un prodotto o un servizio prima di loro: la possiamo considerare la trasposizione online del passaparola.

Lo sanno bene gli e-commerce e le aziende che vendono attraverso i marketplace.

Questo ha fatto sì che prendessero vita innumerevoli attività truffaldine per creare, dietro pagamento, recensioni false con l’obiettivo di migliorare la reputazione delle aziende e ingannare gli acquirenti.

Per combattere questo fenomeno che alla lunga può causare una perdita di credibilità, Amazon nel 2022 ha segnalato più di 23.000 gruppi sui social, con oltre 46 milioni di membri e follower, che spingevano le recensioni false sul marketplace.

Lo scorso anno ha inoltre citato in giudizio oltre 10.000 amministratori di gruppi Facebook, che organizzavano attività di creazione di recensioni false nei negozi, in cambio di denaro e prodotti gratuiti.

Inoltre a ottobre Amazon ha presentato in Italia la prima denuncia penale a livello europeo contro uno dei principali broker che vendevano recensioni false.

Come avrete capito i social e i servizi di messaggistica sono tra gli strumenti maggiormente utilizzati da questi “intermediari”.