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nr.84
01 Luglio 2021

5 minuti di tempo

Cyber sicurezza e siti web

Con un sempre maggior numero di informazioni personali, economiche e sensibili che transitano online, la sicurezza ha un peso crescente. Non a caso il protocollo di sicurezza nei siti è uno di quei fattori che i motori di ricerca utilizzano per stabilire quali siti proporre nei propri risultati.

Eppure la percezione di molte aziende di piccole e medie dimensioni è che sia un problema distante da loro. Per questo motivo non prestano attenzione alla sicurezza dei loro dispositivi, delle loro infrastrutture e della loro presenza online.

Secondo il rapporto Clusit 2021, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, gli attacchi informatici hanno registrato una notevole crescita nel 2020, un +12% se raffrontata al 2019.

Le aziende, di qualsiasi tipo, dovrebbero quindi prestare attenzione alle infrastrutture e agli strumenti che utilizzano come hosting, cloud e sito web.

Se vi siete imbattuti almeno una volta in un sito web visibilmente infetto o avete ricevuto una notifica o un avviso di pericolo per lo stesso motivo, sapete che non è più il caso di aspettare per mettere in regola anche la vostra azienda!

YouTube diventa sempre più reale, anzi fisico! Entro l’estate, infatti, Google costruirà un’arena a tre piani che diventerà lo YouTube Theater. La location che lo ospiterà è l’Hollywood Park, in California, un’area di più di 161 ettari di spazio e, con oltre 6.000 posti a sedere, si prefigge di ospitare moltissimi eventi di vario genere come concerti e tornei di e-sport.

La scelta è naturalmente di marketing, come per tutte le aziende che associano il proprio brand a strutture di utilità sociale e di intrattenimento. Per Google però quest’azione si arricchisce di altri vantaggi, YouTube potrà proiettare in streaming e/o registrare gli eventi per trasformarli in contenuto attraente e profittevole anche sula propria piattaforma. 

Parler vs Trump

Vi ricordate di Parler? Era il social network salito alla ribalta per le sue politiche permissive sulla condivisione di contenuti anche per temi controversi. Proprio per questo motivo era diventato il luogo online privilegiato per l’aggregazione e lo scambio di opinioni da parte di gruppi di estrema destra.

Vi aveva trovato “rifugio”, o sarebbe meglio dire un nuovo palcoscenico, anche Trump dopo le sospensioni e i ban ricevuti dagli altri social.

Twitter e Facebook in particolare lo hanno censurato per le numerose fake news ed affermazioni equivoche, che secondo molti hanno anche contribuito a muovere l’attacco al campidoglio, comparse nei suoi post. Sembra che vi fosse un accordo in linea di definizione proprio tra Parler e Trump.

L’obiettivo era di dare a Parler l’esclusiva delle attività social di Trump in cambio, quest’ultimo avrebbe ricevuto il 40% dei ricavi lordi.

La piattaforma alla fine ha rinunciato per la richiesta di Trump di bannare i suoi detrattori. Trump però non sembra voler rinunciare ai social ed ha promesso che a breve ne lancerà uno di sua proprietà. Voi vi iscriverete?