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nr.122
23 Febbraio 2023

3 minuti di tempo

Dal reale al digitale

Un Qr code per accrescere l'esperienza d'acquisto e soddisfare le esigenze dei consumatori

C’è chi ha sempre dato al digitale una connotazione negativa, dicendo che avrebbe distrutto molti settori soppiantati dall’online.

Tra questi venivano inseriti i negozi di abbigliamento, ma anche la comunicazione per quanto riguardava gli strumenti cartacei e tradizionali. Dopo anni possiamo però dire che così come i vestiti si continuano a comprare anche in negozio, così si continuano ad utilizzare cataloghi, manifesti e volantini.

La strategia da sempre più interessante e più profittevole è quella dell’integrazione tra offline e online ed oggi vi portiamo l’esempio del brand La Molisana.

Il famoso marchio di pasta ha di recente lanciato le nuove confezioni con Qr code, un modo semplice e alla portata di tutti per coinvolgere le persone dopo l’acquisto.

Secondo le parole dell’Ad Giuseppe Ferro: “Dopo un anno di studio abbiamo centrato l’obiettivo di arricchire l’esperienza di acquisto e consumo della pasta, andando incontro non solo alle esigenze dei consumatori ma anche a quelle dei referenti della Grande distribuzione”.

Ma a cosa servirà nella pratica questo Qr code? Inquadrandolo con la fotocamera, senza la necessità di nessuna app, la persona verrà portata ad una pagina dover poter vedere una serie di video ricette da un minuto realizzate da “Chef in Camicia” per ogni formato di pasta.

Oltre alle ricette l’azienda offrirà contributi scientifici dando spazio ad agronomi, nutrizionisti e ricercatori su temi che cambieranno ogni mese e seguiranno il ciclo di crescita del grano, dalla semina al raccolto. Infine vi saranno video e contenuti che racconteranno tradizioni, contaminazioni e trend del mondo della pasta made in Italy.

La telenovelas Musk-Twitter ci mancava, fortunatamente il patron di Tesla ci intrattiene con un nuovo affaire. Sembra infatti che, in concomitanza con il Super Bowl, Elon Musk abbia notato una riduzione della portata dei suoi post, in particolare confrontandoli con la reach ottenuta dal Presidente Biden. Chieste spiegazioni del “problema” agli ingegneri di Twitter questi avrebbero risposto che non dipendeva da un bug del social, ma da un minore interesse delle persone nei suoi confronti e in ciò che pubblicava. Musk avrebbe dunque licenziato una parte degli ingegneri e spinto i rimanenti a manipolare l’algoritmo per dare maggiore visibilità ai suoi post (fonte: platformer).

Ritorno alle origini

Negli ultimi anni molti brand del lusso hanno scelto, per la propria immagine, uno stile flat e minimale, con font senza grazie. Burberry stessa nel 2018 era stata tra le prime a rivoluzionare il proprio logo in questa direzione abbandonando oltre alle grazie anche il famoso cavaliere equestre che lo caratterizzava sin dal 1901.

A 5 anni di distanza e con un nuovo direttore creativo, la casa di moda ha intrapreso un restyling che si ispira alle sue origini. La parte tipografica trae distintività dalle particolari rotondità superiori delle B e delle R. A questo si aggiunge un carattere più sottile, il ritorno delle grazie e del cavaliere.

Per il rilancio l’azienda ha compiuto una scelta molto singolare, ha infatti eliminato dai propri social tutti i vecchi post, tagliando di netto con la precedente comunicazione. Nei nuovi contenuti il cavaliere equestre accompagna le foto di talenti britannici ritratti in luoghi caratteristici di Londra. L’appartenenza territoriale è quindi un elemento molto importante in questa nuova campagna.

Il richiamo al passato è una strategia spesso usata per rinsaldare l’immagine di marca agli occhi del cliente target, sfruttando simboli forti e già amati dalla propria clientela.

Staremo a vedere se Burberry sarà la sola ad intraprendere questo percorso o se altre case di moda abbandoneranno il minimalismo.