Come ogni anno, il mondo intero attende l’evento mondiale di Apple che si svolge proprio in questo periodo e che presenta tutte le novità del brand.
Ma in un mercato già saturo e sempre più maturo, come può un brand riuscire a risultare innovativo e accattivante? In questo caso l’impegno di Apple, determinato ad espandere i suoi prodotti e servizi, punta a sedurre proprio i più giovani (generazione Z) e a entrare nel loro mondo.
Tra i vari prodotti presentati c’è ovviamente il più atteso dai fan: il nuovissimo iPhone 15, e una delle caratteristiche più amate del prodotto e che l’ha reso celebre, è sicuramente la fotocamera, che ogni anno viene implementata con dettagli di vario genere.
La scelta di Apple è senza dubbio interessante e degna di nota, poiché nella presentazione del nuovo smartphone, ha scelto di coinvolgere Olivia Rodrigo, una delle cantanti più in voga del momento.
Ma perché questa strategia può definirsi degna di nota? Perché in un mondo in cui tutti vogliono essere creatori di contenuti, se Olivia può creare contenuti di alto livello con un iPhone come una delle più grandi star del mondo… chiunque può farlo.
Le collaborazioni strategiche di Apple testimoniano il loro approccio lungimirante infatti, piuttosto che fare affidamento solo sugli aggiornamenti hardware, che sono visti dalla Gen Z in gran parte come “la stessa cosa”, stanno attingendo al mondo culturale e dello spettacolo, collaborando con figure influenti.
Viene così lanciato un messaggio potente: non solo l’iPhone è un dispositivo tecnologico innovativo, ma è anche uno strumento artistico accessibile a tutti.
Inoltre, nella presentazione dei suoi nuovi prodotti, Apple ha dedicato buona parte di quell’enorme annuncio a parlare di sostenibilità con un curioso dialogo di Madre Natura (interpretata da Octavia Spencer).
E ancora una volta, sia la forma che la sostanza parlavano direttamente alla Generazione Z: le generazioni più giovani sono le più preoccupate per la salute del pianeta, quindi Apple capisce che posizionarsi come leader in quella lotta le dà un vantaggio nella corsa.
Come si tradurrà in vendite? Apple sta riuscendo a esportare nel resto del mondo l’idea che i suoi prodotti non sono solo sinonimo di status, ma che sono ‘cool’ per tutto ciò che rappresentano (anche parlando di sostenibilità).
Concludiamo lanciandovi alcune riflessioni: data questa partnership di alto profilo e la tematica della sostenibilità, come potranno altri brand tecnologici adattare le loro strategie per rimanere rilevanti con le generazioni più giovani? Il marketing guidato dalla partnership sta diventando la nuova norma nella tecnologia?
Nel 2023 gli attacchi hacker sono in crescita in Italia e nell’80% dei casi le vittime sono Pmi: a rilevarlo è l’ultimo report «Threatland» curato dal Security Operation Center (SOC) e dal Team di Cyber Threat Intelligence di Swascan.
Il numero delle aziende vittime di cyber attacchi è aumentato del 185% dall’inizio dell’anno e del 105% rispetto al secondo trimestre del 2022.
Questi attacchi sembrano avere un obiettivo preciso: le aziende, in particolar modo le Pmi, in quanto è chiaro che i cybercriminali le ritengano più vulnerabili rispetto alle grandi aziende.
Il 91% delle aziende italiane vittime ha un fatturato al di sotto dei 250 milioni.
In questo periodo si sta parlando moltissimo di Shrinkflation, ovvero una tattica di rincaro dei prodotti non esplicita. Ad aumentare infatti non è il prezzo del pacco di biscotti o del flacone di shampoo ma sono le quantità del prodotto a diminuire (mentre il prezzo ovviamente rimane invariato).
La Shrinkflation non è un fenomeno nuovo, ma in questo periodo sembra che sempre più brand stiano adottando questa strategia poiché, di fronte all’inflazione, le aziende cercano metodi per aumentare i prezzi nel modo più indolore possibile: in questo caso non cambiano le dimensioni della confezione, ma solo l’etichetta.
Perché funziona? perché le persone non notano cambiamenti nella quantità, parliamo di variazioni molto piccole e difficilmente percettibili ma che sull’economia di scala hanno però un impatto importante.
Non sono i pochi elementi in meno che fanno la differenza ma il totale in un processo in cui abbiamo migliaia di confezioni vendute al pubblico. In quest’ottica, il vantaggio economico diventa importante.
Ma tutto questo vale il rischio di essere “scoperti” e di perdere credibilità? La fiducia dei consumatori è l’asset più importante per un brand, senza quella crolla un po’ tutto.
Questa strategia, infatti, pur essendo perfettamente legale, presenta delle insidie per la brand reputation. Alcune aziende che l’hanno adottata si sono trovate ad affrontare il malcontento crescente di milioni di consumatori, uniti dai nuovi social media.
La brand reputation può essere danneggiata da una shrinkflation mal compresa, che può suscitare rabbia e indignazioni, come se si trattasse di un imbroglio.
Per concludere, ci chiediamo: è un rischio che ha senso correre per i brand? Quale potrebbe essere una strategia per comunicare la shrinkflation senza perdere credibilità e la fiducia dei propri consumatori?