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nr.144
07 Febbraio 2024

3 minuti di tempo

Il fenomeno FOOH

Parliamo del FOOH, il Fake Out Of Home, rivoluzione dell'advertising digitale.

In unepoca in cui i panorami digitali hanno reso sempre più sottili i confini tra realtà e finzione, sta emergendo un nuovo fenomeno nel regno della pubblicità, le Fake Out of Home.Si tratta di scene che ci vengono presentate sui social media come esperienze che hanno avuto luogo nel mondo reale e che in realtà non sono mai accadute.
La pubblicità tradizionale sta quindi subendo un vero e proprio cambio di paradigma, adeguandosi sempre di più alle evoluzioni in ambito tecnologico e, di conseguenza, variando lapproccio del consumatore stesso al prodotto. La pubblicità FOOH gioca con le tecnologie più avanzate, in particolare con immagini generate al computer (CGI), per creare campagne outdoor visivamente accattivanti e apparentemente autentiche. Queste pubblicità si fondono perfettamente con gli ambienti reali, ingannando locchio e catturando limmaginazione. Creando paesaggi urbani ipnotici che non sono mai esistiti ed acrobazie impressionanti che non sono mai state eseguite, le pubblicità FOOH sono progettate per scatenare risposte emotive da parte del pubblico e catturare lattenzione degli utenti dei social media.

Un esempio? La pubblicità del mascara Maybelline che ha fatto il giro dei social media.Il concept vede le linee della metropolitana Transport for London ornate da ciglia giganti che, al loro passaggio, ricevono una pettinata” di mascara Maybelline.Sembra tutto reale, ma non lo è! Si tratta di un video in CGI diffuso sulle piattaforme social che ha ottenuto un notevole successo al punto tale da generare numeri ben più alti per lazienda, in termini di visualizzazioni, rispetto ai contenuti classici: 75 milioni, contro le 500mila (in media).
Da quando è stato reso pubblico, altri hanno seguito lesempio ed ecco allora che vediamo una Barbie gigante uscire dalla sua box vicino al Burj Khalifa di Dubai, o le iconiche borse Jacquemus, in formato extra large, sfrecciare” per le vie di Parigi.
La pubblicità FOOH ha due caratteristiche: la capacità di offrire immagini straordinarie e lintrigo della sua origine.
Quando il pubblico si imbatte in questi contenuti apparentemente reali è inevitabilmente attratto da like, condivisioni e commenti che generano coinvolgimento sui social media. Tuttavia, il pubblico potrebbe chiedersi se ciò a cui ha assistito sia autentico o solo unintricata illusione.
Il FOOH dimostra quanto sia avanzata la tecnologia nel corso degli anni. E quindi se da un lato infonde un senso di meraviglia ed eccitazione nel panorama pubblicitario, dallaltro fa riflettere sulle insidie di ingannare i consumatori.
È importante allora riuscire a saper trovare un equilibrio tra innovazione e autenticità nei confronti dei consumatori.
Con lavanzare della tecnologia, la narrativa della pubblicità FOOH si evolverà senza dubbio. È chiaro che il mondo della pubblicità sta navigando in acque inesplorate e il viaggio promette di offrire esperienze stimolanti ed emozionanti per tutti!

Da una stanza di Harvard alla quotazione in Borsa passando per i Like, Facebook ha fatto da apripista nel mondo dei social.

Il 4 febbraio la piattaforma ha comiuto ben 20 anni, nata da Mark Zuckerberg e dai suoi compagni di Harvard per connettere gli universitari. Nasce dalle ceneri di FaceMash, una piattaforma che permetteva di confrontare le foto dei colleghi e decidere chi era più sexy. Nel dicembre 2004, a due mesi dalla nascita, la piattaforma aveva collegato il suo primo milione di persone. Oggi nel mondo sono attive 2.11 miliardi di persone al giorno, 3,07 miliardi ogni mese. Il 24 gennaio 2024 Meta è salita a Wall Street dell’1,5% tornando nell’olimpo delle big che valgono 1.000 miliardi di dollari. Ha chiuso l’ultimo trimestre 2023 con 40 miliardi di dollari di fatturato e 14 miliardi di utile netto, superiore alle attese degli analisti.

Rimane indiscutibilmente, il primo social media che ha fatto la storia (e non le stories), per davvero.

Che cos’è la comunicazione inclusiva?

Mettere al centro le persone, questo significa fare comunicazione inclusiva, utilizzare un linguaggio non discriminatorio e adottare un approccio Human2Human: immagini e parole gentili e umane prive di qualsiasi richiamo a stereotipi culturali.
Per essere in grado di farlo bisogna imparare ad ascoltare la società, andare oltre le diversità e superare le discriminazioni razziali e religiose, gli stereotipi sul corpo, le disparità di genere nella società e sui luoghi di lavoro.
Significa riuscire ad abbracciare con la propria comunicazione quante più individualità, gruppi e persone possibili e riuscire a rappresentarle.
È proprio un percorso di ascolto e di apprendimento continuo in cui mettere in atto il rispetto verso tutti gli individui, lapertura al cambiamento e una buona dose di empatia.
Ma perché la comunicazione inclusiva è importante per il tuo brand?
Proviamo a ragionare con i numeri: il 64% dei consumatori interagisce con brand che comunicano in modo inclusivo, dal ricercare il suo sito web ad acquistare un suo prodotto o servizio, il 75% della generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) è pronto a boicottare le aziende e i brand che discriminano razza e sessualità nelle campagne pubblicitarie.
I brand che riescono a creare una connessione emotiva, umana e inclusiva con il proprio pubblico sono i brand vincenti perché non parlano a target da colpire, ma a persone da coinvolgere. Crea legami emotivi con la tua community perché lemozione coinvolge, fa aumentare la percezione positiva del brand e porta allazione. Comunicare in modo inclusivo ti permetterà di aumentare la brand awareness, costruire e/o migliorare la reputazione del tuo brand, creare relazioni di valore con la tua community ed incrementare le vendite in maniera etica.
Una comunicazione inclusiva è fondamentale se desideri parlare a più persone, aumentare la percezione positiva che i tuoi follower hanno di te e creare una community fedele al tuo brand.