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nr.124
23 Marzo 2023

3 minuti di tempo

L'e-commerce cresce

I nuovi dati sull'e-commerce tracciano un percorso di sviluppo per i prossimi anni

L’Osservatorio B2B Digital Commerce di Netcomm è arrivato alla sua quarta edizione e registra dati molto incoraggianti sull’utilizzo della vendita online per quanto riguarda il commercio tra aziende.

Secondo la ricerca, condotta su un campione di 400 imprese con fatturato sopra i due milioni di euro, il 40% delle attività intervistate utilizza la vendita online tramite il proprio sito e-commerce B2B.

Il 34% del campione ha scelto l’utilizzo di marketplace B2B, con un incremento del 10% rispetto l’anno precedente. Per loro gli obiettivi sono sia di vendita, sia di lead generation.

Una fetta ampia, pari al 39%, non ha ancora adottato soluzioni di e-commerce B2B, tuttavia il report rileva che un 13% ha in programma di investire in questo campo nell’arco di un anno.

Molte aziende hanno visto nella digitalizzazione una nuova opportunità di fidelizzare il cliente, motivazione che è divenuta determinante per il 39% delle imprese (con una crescita di ben 20 punti percentuali rispetto al 2021), superando le ragioni legate all’ampliamento del mercato verso nuove aree geografiche.

L’Osservatorio prevede che nei prossimi anni la crescita sarà ancora maggiore e che la quota di fatturato generato dalle vendite digitali raggiungerà il 25% entro la fine del 2025.

Esiste però un 25% di aziende che non ha attivato per nulla il processo di digitalizzazione e, ancor peggio, oltre il 40% di queste non ha in programma di sviluppare un canale e-commerce neanche in futuro, spaventate dalla complessità del progetto, dalla mancanza di competenze interne e dall’entità degli investimenti richiesti.

Restarne fuori è però altrettanto pericoloso perché può essere causa di perdita di competitività, sarebbe bene quindi affidarsi ad agenzie che sappiano guidare l’azienda in questo percorso.

Forse ve ne siete già accorti provando a postare una nuova storia o cercando un vecchio contenuto, su Facebook e Instagram i brani degli artisti italiani non sono più disponibili ed i post che li contenevano sono stati silenziati o cancellati. Cosa lo ha causato? Non un semplice bug, ma il mancato accordo tra Meta e Siae per rinnovare la licenza di utilizzo del catalogo brani italiano. Secondo Siae la proposta di Meta non consentiva una trasparente valutazione dei profitti ottenuti grazie ad essi e quindi non poteva essere valutato un accordo equo. Le parti si dicono ancora aperte al raggiungimento di una intesa, nel frattempo però l’azienda di Menlo Park è passata all’azione potendo contare sulla forza del catalogo musicale estero.

Toblerone cambia immagine

Tutti conoscono Toblerone, il prodotto dolciario svizzero dall’originale forma triangolare.

Pronunciato il suo nome subito la mente ricorda il packaging a piramide color oro, il logotipo in stampatello rosso e il disegno che rappresenta il Cervino ed un orso rampante, che rispettivamente richiamano la Svizzera e la città di Berna dove è nato il prodotto.

Se è tutto così caratteristico e impresso nella memoria perché andarlo a modificare? Questa volta non ci sono ragioni di target, di modernizzazione, di adattamento agli strumenti digitali… questa volta il motivo è legale e scoprirlo potrà fare molto meno piacere agli estimatori del prodotto rispetto alle classiche spinte di marketing che abbiamo imparato a conoscere in questi anni di PostSkript.

La proprietà, diventata statunitense ormai dagli anni ’90, ha deciso di spostare parte della produzione in Slovacchia, per questo, secondo lo Swissness Act, non potrà più utilizzare simboli nazionali e croci svizzere nell’immagine di marca del Toblerone.

La Mondelez International afferma che verrà ritoccato il disegno sulle confezioni con l’obiettivo di modernizzarlo e semplificarlo per raffigurare un’immagine più generica di montagna. Inoltre sulle confezioni verrà sostituita la scritta «of Switzerland» con «established in Switzerland».

Sebbene si tratti di un caso fuori dal comune, ancora una volta abbiamo la riprova che l’immagine di brand trasmette valori, messaggi, emozioni e informazioni per questo non deve mai essere sottovalutata o dimenticata.