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nr.87
09 Settembre 2021

2 minuti di tempo

2 pesi e 2 misure

Sicuramente vi ricorderete la “battaglia” di Apple con IOS14 per la protezione della privacy dei suoi utenti, se non altro per la pubblicità in cui un ragazzo veniva seguito e controllato da una moltitudine di persone. Nella pubblicità Apple si poneva come lo strumento che proteggeva i dati da questi “spioni” malevoli. In realtà i guardoni invadenti nella maggior parte dei casi erano normalissime aziende che utilizzavano strumenti come Facebook per fare pubblicità mirata. Ora Apple chiede ai propri utenti il permesso di fare la stessa cosa, utilizzando per sé stessa ben altri toni. Dice, infatti, che la pubblicità personalizzata è utile, che incrementa la rilevanza delle inserzioni proposte, aiutando l’utente a scoprire app, prodotti e servizi interessanti per lui.

A livello visivo, nella schermata di richiesta, si può notare come “Attiva le Ads Personalizzate” abbia l’aspetto del bottone da cliccare, mentre gli altri sembrano semplicemente dei link di approfondimento. Si potrebbe dire che nella fretta l’utente sia portato in modo istintivo e non consapevole a dare il proprio consenso. Si potrebbero anche avanzare critiche sulla coerenza, se non fosse stata la mossa che un po’ tutti si aspettavano.

Rimanendo in casa Apple l’azienda ha introdotto nella propria applicazione Mappe la possibilità di recensire le attività e contestualmente aggiungere foto. La schermata introdotta permette di dare una valutazione globale o su caratteristiche specifiche che variano in base alla tipologia di attività (NOTA: non è presente per tutte le attività). La recensione non prevede per il momento una descrizione testuale, ma si limita alla possibilità di attribuire un pollice alto o verso. Fino a non molto tempo fa l’applicazione richiamava le recensioni di altre piattaforme, ad esempio Tripadvisor, ora possiamo immagine che saranno eliminate una volta preso piede il proprio sistema di valutazione.

Il falso ha le gambe lunghe

La disinformazione è un grande problema che ha trovato nell’online e in particolare nei social, un canale di espansione e per giunta dalla grande velocità. Secondo una recente ricerca, elaborata in collaborazione dalla New York University e dalla francese Université Grenoble Alpes, su Facebook le Fake news ottengono circa sei volte le interazioni delle notizie vere. Per interazioni si intendono commenti, reazioni come il “Mi Piace” e condivisioni. Le due università per raggiungere queste conclusioni hanno analizzato 2.500 editori di notizie che utilizzano il social di Mark Zuckerberg. La ricerca non è ancora stata pubblicata nella sua interezza, ma l’azienda ha già replicato a questi dati dicendo che le interazioni non sono un indicatore della reale portata dei post,

lasciando intendere che in qualche modo i propri algoritmi abbiano potuto limitare la diffusione delle fake news.

Questa affermazione sembra tuttavia un voler anticipare eventuali critiche sul ruolo di Facebook e di conseguenza le sue responsabilità, nel permettere la proliferazione di queste notizie false o manipolate.